Il nostro Marchese preferito

Il Marchese del Grillo

Il Marchese del Grillo è un film del 1981 diretto da Mario Monicelli

Nella Roma papalina del 1809 il marchese Onofrio del Grillo, nobile romano alla corte di papa Pio VII, trascorre le sue giornate nell'ozio più completo, frequentando bettole e osterie, coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e tenendo un atteggiamento ribelle agli occhi di sua madre e della parentela conservatrice, bigotta e autoritaria.

Il suo principale passatempo, che lo rende famoso in tutta la città, è costituito da innumerevoli scherzi e beffe dei quali risulta spesso vittima la sua aristocratica famiglia, composta da personaggi stravaganti e chiusi al mondo esterno.

Il ricco nobile proprietario terriero è in grado sempre di uscire con umorismo e in maniera rocambolesca dalle tante e impensabili situazioni durante tutta la commedia, sfruttando senza vergogna anche le conoscenze dell'alta borghesia spesso compiacente (ne è l'esempio la scena del tribunale con la condanna alla gogna dell'ebanista ebreo Aronne Piperno).

Il Marchese incontra poi una giovane e bellissima attrice di nome Olimpia ed ella gli fa pensare seriamente di poter lasciare Roma per andare a Parigi.

Un incontro casuale con un povero carbonaio alcolizzato, Gasperino, suo perfetto sosia, ispira il nobile a coronare il suo repertorio burlesco. In varie situazioni egli arriva a coinvolgere il Pontefice in nome di una giustizia e di un rinnovamento sempre invocati ma che mai riescono seriamente a impensierire l'audace e brillante "Sor Marchese": nel finale infatti, dopo una finta condanna alla ghigliottina inflittagli da Pio VII, viene graziato da quest'ultimo, che gli concede di riprendere il suo posto tra i Sediari Pontifici.

Il Marchese del Grillo, tra verità e leggenda

Nella Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, prima cappella a destra, è sepolto dal 1787 il vero Marchese Onofrio del Grillo.

Tanti sono gli aneddoti sul marchese e molti degli scherzi riportati nel film sono simili a quelli tramandati, tra leggenda e verità, nella storia romana.

Buontempone, volle inciso sul suo stemma il motto:
«Er grillo del marchese sempre zompa, e chi zompa… allegramente sempre campa» 
garantendosi con esso l’immortalità.